Quanto è grande la bellezza di te, Vergin santa e pia!
Ciascun laudi te, Maria; Ciascun canti in gran dolcezza.
Con la tua bellezza tanta la bellezza innamorasti.
Mariae ad Aram properent,
telluris huius incolae,
et cuncta quibus indigent
fidenti poscant pectore.
O Diva parens Filium
quam nos Patronam colimus
intende votis supppicum,
gratiamque a Jesu impetra.
Si quaerit imbrem villicus,
non illa moras patitur;
Fructusque, tellus, pluvia
iuvante reddit uberes.
Si dira febris aestuat,
cito Mariam invoca:
quaeque te praemant aspera
occurrens illa sublevat.
Dum nos Mortales degimus,
pluchre tueri placeat:
vitaeque functos termino,
coeli beatis insere.
O Christe Fili Virginis,
cum Patre et Almo Spiritu,
exaudi nos, qui supplices,
Matris ad Aram sistimus.
Al trono di Maria
accorrano gli abitanti di questa terra,
e quanto ad essi occorre
lo chiedano con cuore fiducioso.
O vera Madre di Dio,
nostra venerata Patrona,
accogli le nostre suppliche,
e la grazia di Gesù impetraci.
Se l'acqua il contadino desidera,
prontamente risponde Maria;
e col favore della pioggia
la terra dà frutti ubertosi.
Se un'alta febbre brucia,
invoca presto Maria:
e da qualunque male che ti angustia,
Ella, accorrendo, ti solleva.
Finchè siamo sulla terra,
Le piaccia con amore difenderci:
e al termine della vita,
ci accolga tra i beati del cielo.
O Cristo Figlio della Vergine,
con il Padre e il Santo Spirito,
ascoltaci mentre preghiamo
davanti al Trono della Madre.
Di autore e di epoca sconosciuti, il responsorio è caratterizzato da una melodia ha un andante pastorale, che richiama la vita dei campi e pur nella sua semplicità trasporta l'animo alla preghiera.
La parte letteraria richiama la devozione di questo popolo che coltiva la terra, di questo popolo semplice ed umile, ma fiero, che attraverso il lavoro, santificato dalla grazia di Dio, edifica la città terrena sotto la protezione di Maria.
Dolce Madre, deh, guarda i tuoi figli,
stretti attorno a quest'ara sacrata.
Tu che sempre, in passati perigli,
li copristi con l'ampio tuo vel.
O gran Vergine della Coltura,
benedici il Tuo popolo fedel.
Un romito venuto da Oriente
qui raccolto in devota preghiera,
ti dipinse, felice veggente
di Bisanzio, con puro pennel.
Dall'Altissimo Madre potente,
da Parabita fosti elevata
protettrice di questa tua gente
con filiale ed eterno suggel.
Squilla squilla, devota campana,
manda l'eco per ville e cittadi,
dai vigneti e dai campi allontana
la tempesta e i terribili flagel.
Il perdono concedi e la pace
ai tuoi figli vicini e lontani;
tu che il Bene ci desti verace,
qui sospiro, poi gaudio nel ciel.
Stella del cielo
Regina degli uomini,
Mamma della Coltura
noi speriamo in Te.
Hai scelto questo popolo
per farne tua dimora.
Sui campi e sulle messi
risplende il Tuo sorriso,
Parabita ti acclama
beata fra le donne,
e se cerca conforto
ricorre sempre a te.
La mistica coltura
che il Padre ha piantato
a Te è affidata
per renderla feconda.
E Tu Regina nostra
mostraci il Tuo Sguardo,
e noi saremo sempre
fedeli al Tuo Gesù.
Su dal ciel vegli beata,
o Santissima Maria.
Delle gioie incoronata,
Madre nostra casta e pia.
La Tua grazia è onnipossente,
il Tuo Manto è immacolato:
sei Regina del creato
l'ideal della bontà.
O Maria della Coltura,
sei dei fiori il più bel fior.
Sei la speme imperitura
sei la vita e sei l'amor.
O Maria, quanto è dolce il Tuo viso,
dal cielo ci guardi e ci doni Gesù.
1. Donna, che dell'Altissimo
Sei Madre, Figlia e Sposa,
Che sei tra i fior la mistica
Vaga, olezzante Rosa.
Vergine tra le Vergini,
Pura ed Immacolata,
Amabile, Ammirabile,
Donzella Intemerata,
Da tempo remotissimo
ognor di nostre Mura
sei Tu la guardia vigile,
Vergin de la Coltura.
2. Di Grazia adornatissima;
Vita, Dolcezza e Speme;
D'ogni virtude angelica
Raro, fecondo seme
Clemente. Pia, Castissima,
Potente, Predicanda:
Fedele, Prudentissima,
Vergine Veneranda,
Il pio Villan scoprendoti
in bella dipintura
il portentoso Titolo
Ti dié della Coltura.
3. Di Confessori, Martiri.
E d'Angeli Regina;
Gran Porta de l'Empireo;
La Stella Mattutina;
Vaso d'onor degnissime,
Specchio de la Giustizia;
di celestial Letizia,
Cagione ognor benefica.
In questo suolo unanimi,
dal colle a la pianura,
noi t'invochiam col Titolo
special de la Coltura.
4. Di David Torre eburnea;
ricca magion dorata,
di buon Consiglio prodiga,
di gran Sapienza ornata;
Salute, aiuto ai miseri;
Terrore de l'inferno,
Rifugio sicurissimo,
Arca del patto eterno.
In fin di vita assistici
con maternal premura,
e in Paradiso guidaci,
Maria de la Coltura.
Deh! di ferventi cantici
S'innailzi una preghiera
A Lei, che dalla gloria
D'angelicata sfera
Scende pietosa a tergere
Orfana d'ogni speme
Sopra il materne avel.
Quando fra noi di barbari
passò sanguinea guerra,
in quel furiar di secoli
Ella pregò sotterra;
Finchè dischiusa all'impeto
Di genuflessi buoi,
Madre s offerse a noi
Come per tutti in ciel.
O benedetta! I popoli
In ogni volger d'anno
A sciorre voti e lagrime
Qui supplici verranno;
S'avran da Te mercede,
pari all'eccelsa fede,
che lor sublima il cor.
Deh! nel fastoso tramite,
che ci travolge i sensi,
Tu ci rivela all'anima
di Dio gli spazi immensi,
ove è ghirlanda il mistico
legame che avvicina
Eva al tuo pié regina,
la polve al Creator.
Vivi degli Angeli - più bella e pura.
Vivi, pia Vergine - della Coltura.
Come nel vortice - della tempesta
sfolgora l'iride, - s'attuta il mar;
così tu imporpora - l'ora che mesta
Al nostro vivere - ultima appar.
Ordine dei Frati Predicatori