Novembre 2020: indulgenze per i defunti in tempo di pandemia

La Penitenzieria Apostolica, al fine di evitare assembramenti presso i cimiteri, ed evitare la diffusione del COVID-19, ha diffuso un decreto in cui viene estesa la possibilità di ottenere le indulgenze per tutto il mese di novembre e non solo, come avviene regolarmente, per l'ottavario.

Cos'è l'indulgenza?

L’indulgenza è la totale o parziale remissione della pena temporale che resta da scontare – sulla terra o in Purgatorio – per i peccati già confessati e perdonati sacramentalmen te. Per usare un’immagine, se consideriamo il peccato come un chiodo piantato in un muro, esso viene tolto con la Confessione. Resta però l’effetto del male commesso e che va riparato, il foro appunto, che l’indulgenza per così dire chiude.

Come lucrare l'indulgenza plenaria?

L’indulgenza plenaria è concessa per quanti visitino un cimitero e preghino per i defunti. Tali giorni, stante l'attuale situazione d'emergenza sanitaria, sono liberamente scelti dai singoli fedeli e potranno anche essere tra loro disgiunti.

Essa si ottiene, per tutto il mese di novembre:

- visitando il cimitero o, in alternativa, una chiesa o un oratorio;
- recitando il Padre Nostro e il Credo;
- partecipando alla S. Messa;
- accostandosi al sacramento della riconciliazione.


In caso di anziani o fedeli soggetti a restrizioni (quarantena, ecc...)?

Costoro «potranno conseguire l’indulgenza plenaria purché, unendosi spiritualmente a tutti gli altri fedeli, distaccati completamente dal peccato e con l’intenzione di ottemperare appena possibile alle tre consuete condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), davanti a un’immagine di Gesù o della Beata Vergine Maria, recitino pie orazioni per i defunti, ad esempio le Lodi e i Vespri dell’Ufficio dei defunti, il Rosario, la Coroncina della Divina Misericordia, altre preghiere per i defunti più care ai fedeli, o si intrattengano nella lettura meditata di uno dei brani evangelici proposti dalla liturgia dei defunti, o compiano un’opera di misericordia offrendo a Dio i dolori e i disagi della propria vita».

Si ricordi, infatti, che lo scorso marzo la Penitenzieria così si espresse: «Laddove i singoli fedeli si trovassero nella dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, si ricorda che la contrizione perfetta, proveniente dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, espressa da una sincera richiesta di perdono (quella che al momento il penitente è in grado di esprimere) e accompagnata dal votum confessionis, vale a dire dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, ottiene il perdono dei peccati, anche mortali».