il pulpito

Il pulpito, dono delle sorelle Maria e Rosaria Cherillo, venne eseguito dopo la morte dell'architetto Napoleone Pagliarulo su disegni incompleti. E' di stile romanico, sorretto da colonne che riprendono lo stile tipico dell'arte bizantina, come quello di Santa Sofia in Costantinopoli.
Sul lato verso l'altare vi è scolpito il Cristo con sotto la scritta "Ego sum Veritas". Al di sotto la scena del ritrovamento del Monolito e l'anno della realizzazione 1936.
La pietra calcarea dura fu esratta dalle cave di proprietà della famiglia Contursi. Esecutore materiale del pulpito fu Francesco Sodo da Lecce, proveniente da quella scuola di artisti-artigiani che resero celebre nel mondo artistico il barocco leccese:
Dotato di un temperamento artistico non comune, pur senza diplomi e con le sole rudimentali nozioni di disegno apprese nelle scuole serali, interpretò mirabilmente il pensiero creativo del Pagliarulo non solo, ma si assunse il compito di completarne i disegni, e lo assole brillantemente raffigurando la leggendaria scena del ritrovamento del Monolito.
Coadiuvato dagli scalpellini Oronzo e Salvatore Conte da Lecce scolpì anche il protiro, le cantorie e tutti i capitelli della Basilica, seguendo i disegni del Pagliarulo, ad eccezione di quelli della parte absidale che furono concepiti e disegnati da Salvatore Vinci di Parabita.
Al pulpito si accede con una scala posta sulla colonna adiacente.
L'uso del pulpito è venuto meno a seguito delle riforme liturgiche concepite dal Concilio Vaticano II, senza tuttavia subire alcuna alterazione.