Dominicus800: Diego de Acebés, Vescovo di Osma

Nella vita di San Domenico, un incontro importante fu quello con Diego de Acebés, allorquando quest'ultimo era ancora priore dei canonici di Osma, città sede della Diocesi del nostro Santo.

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Diego, venendo a conoscenza della spiritualità e della carità del Santo, invitò Domenico a prendere parte al capitolo di Osma. Domenico, stretto collaboratore di Diego, si approccia alla vita comune dei canonici, che avevano scelto di vivere secondo la regola di Sant'Agostino, pur mantenendo le prerogative della propria condizione secolare: essi recitavano l’ufficio divino in comune e parecchi di loro vivevano in abitazioni annesse alla chiesa. Entrato verso il 1198 nel capitolo della Cattedrale di Osma, Domenico ne divenne il sottopriore nel 1201, mentre Diego era elevato alla cattedra episcopale.
Da stretto collaboratore del Vescovo Diego, Domenico lo accompagnò in Danimarca per una missione legata all'ufficio episcopale. Durante il loro soggiorno, vennero a conoscenza dei popoli ancora pagani dell’Europa orientale e specialmente dei Cumani. Presi dal desiderio di andare ad evangelizzarli, i due si recarono a Roma dal papa Innocenzo III. Questi però, dopo averli ascoltati, si rifiutò di accondiscendere alla loro richiesta.
Ripresero così il cammino per rientrare in Spagna. Sulla via del ritorno nel 1206 Domenico e il suo vescovo attraversarono la Francia meridionale, giungendo a Montpellier. Fu qui che incontrarono un gruppo di ecclesiastici impegnati a discutere sui metodi per affrontare gli eretici, conosciuti come Catari e detti anche Albigesi (dal nome della città di Albi), che ormai si erano addirittura organizzati ecclesiasticamente nella regione.
A Montpellier ebbe luogo la famosa "disputa" che portò alla conversione di 150 persone. Si è tramandato l’episodio secondo cui, incapaci forse di esprimere un giudizio definitivo, i giudici proposero di gettare tra le fiamme il foglio redatto da Domenico contenente citazioni dalla Scrittura e dai Padri. Il foglio non bruciò, benché fosse gettato una seconda ed una terza volta tra le fiamme.
Passando da Tolosa, Domenico e Diego ebbero la gioia di vedersi accolto dal vescovo Folco, che benedisse alcune donazioni fatte a lui e ad alcuni suoi primi seguaci. Innocenzo III non mancò di esprimere la sua soddisfazione per il fatto che Domenico e Diego si fossero aggregati ai legati papali nella sancta Praedicatio.
I due frati formarono a Prouille una comunità femminile che, con la preghiera e con il loro servizio, fungesse di appoggio alla predicazione; era il preludio di quello che divenne in seguito l'Ordine domenicano.
Domenico rimase, però, ben presto solo: il Vescovo Diego dovette far ritorno nella propria sede episcopale, dove, da lì a poco, sarebbe morto.