Domenico, Tommaso e Agostino: un lungo filo rosso che attraversa la storia

Il 28 agosto si celebra la memoria liturgica di Sant'Agostino di Ippona, Vescovo e Dottore della Chiesa. La sua vita si colloca nei primi secoli di storia della Chiesa, tra il 354 e il 430.
Convertitosi al cristianesimo in età adulta, ha scritto numerose opere che ripercorrono il suo fervente amore nei confronti della Verità che è in Cristo Gesù.
Tra i suoi scritti si ricordano le "Confessioni", nelle quali egli rivivendo la sua vita loda Dio e lo ringrazia dei suoi benefici; ma anche "Città di Dio" che traduce in linguaggio latino il concetto evangelico di Regno di Dio e ne fa il principio regolatore della storia nel suo sviluppo secondo il programma divino per la salvezzadel mondo.
Ma Agostino non è solo il Vescovo di Ippona e il genio teologico che profondamente segnò l'Occidente cristiano; egli è anche l'ispiratore di una forma di vita religiosa e l'autore della celebre "Regula ad Servos Dei" - lettera originariamente destinata ad un monastero femminile - adottata nel XII secolo dalla maggior parte dei canonici regolari. Al termine del IV Concilio Lateranense (1215) il cui canone XIII limitava la vita religiosa alle fondazioni già approvate, Innocenzo III domandò a San Domenico di scegliere una regola già approvata, che offrisse garanzie alla giovane fondazione. "Ben presto - dice san Giordano di Sassonia - fecero professione secondo la regola di Sant'Agostino, di questo eminente predicatore, i predicatori futuri. S'imposero inoltre qualche regola di più stretta osservanza, in materia di cibo, di digiuni, di riposi e di abito".
Domenico scelse questa regola perchè non differiva molto dalla vita ordinaria degli uomini; una tale diversità, infatti, avrebbe "impedito il bene delle anime", mentre il conformarsi agli altri può portare frutti, così come indicato da Paolo: "farsi tutto a tutti, conformarsi a loro, per guadagnarli tutti a Cristo". (cit. "Esposizione sulla Regola del beato Agostino Vescovo, di Umberto de Romans, sacerdote). La Regola di Agostino, infatti, è permeata sull'esempio di vita apostolica stabilita dai seguaci di Gesù.
Nell'Ufficio delle Letture, le comunità domenicane cantano: "Ciò che prima ci era oscuro rendi per noi agevole (...) ci disseti con i salmi, nettare di vita". E, ancora: "Una regola di vita per i tuoi presbiteri tu scrivesti, ed è una guida per chi l'ama e segue: si cammina così insieme verso Dio e la sua patria". 
E cosa dire di più? Anche Tommaso d'Aquino - la cui figura è al centro di questo anno pastorale, in virtù del Giubileo indetto dall'Ordine - ha un forte legame con Agostino d'Ippona. L'Aquinate, infatti, ha ripreso il pensiero di Agostino, approfondendone tutti gli aspetti. Entrambi sono capisaldi nello studio della filosofia ed esimi Dottori della Chiesa. Ogni loro pagina, infatti, "è un miracolo".