Domenica 8 maggio 1955: il ritorno dei domenicani a Parabita
Era la prima domenica di maggio, quando, alla presenza di mons. Corrado Ursi, allora Vescovo della Diocesi di Nardò (futuro cardinale arcivescovo di Napoli) e dell'allora Provinciale, padre Domenico Sdino o.p., i frati predicatori ritornarono a Parabita, nel Santuario della Madonna della Coltura, subentrando alla comunità di Missionari della Consolata.
Il loro fu un gradito ritorno: per quasi ottocento anni avevano esercitato il loro ministero e predicato in terra parabitana, vivendo nel convento di Santa Maria dell'Umiltà. Le sopressioni costrinsero i religiosi ad abbandonare, a malincuore, il borgo e la terra salentina.
Gli anni Cinquanta del secolo scorso furono importanti per l'Ordine in Terra di Puglia: solo quattro anni prima (1950-1951) venne loro affidata la cura della Basilica di San Nicola in Bari.
Il 29 dicembre 1954, padre Sdino convocò il Consiglio di Provincia per presentare la richiesta del popolo parabitano e della Diocesi neretina e, avuto parere favorevole, i religiosi si adoperarono per il loro ingresso in città.
Il primo Superiore della comunità (vicarius loci) e Rettore del Santuario fu padre Egidio Vetromile o.p.
I frati presero subito confidenza con la città e la Diocesi, seguendone la pastorale e impegnandosi per la propagazione del culto della Vergine Regina dell'Agricoltura.
I frati iniziarono a curare la penitenzieria, punto di riferimento per i fedeli salentini, unitamente al Santuario di Leuca; presero a cuore la predicazione itinerante nella terra salentina e resero fecondo il Santuario di privilegi spirituali (istituzione del Terz'Ordine Domenicano, ecc...).
Ma vi è di più! I frati, negli anni, diedero inizio ad una serie di iniziative architettoniche, come l'ampliamento della Basilica, la costruzione del campanile, ecc...
Numerosi sono i nomi dei frati che hanno operato all'ombra del campanile e sotto lo sguardo materna della Madre della Coltura: p. Venturino Cassetta o.p., p. Carlo Viviani o.p., p. Renato D'Andrea o.p., ecc... i cui nomi sono scritti nel cuore dei parabitani.