Avvento: aurora del mistero pasquale

Il tempo liturgico dell'Avvento segna l'inizio della celebrazione annuale del mistero di Cristo: celebriamo il periodo in preparazione alla solennità del Santo Natale - in cui si ricorda la prima venuta di Cristo fra gli uomini - proiettati all'attesa della seconda venuta del Signore alla fine dei tempi (Norme per l'anno liturgico e il calendario, 39: MR p. LVIII).
L'Avvento si configura quale tempo di speranza: proiettati verso Cristo che verrà, memori della prima venuta del Signore.
Sant'Agostino ci ricorda come la nostra attesa non serva ad aspettare la sua venuta, ma ad orientare il nostro sguardo nella giusta direzione della sua presenza. 
Il mistero pasquale di Cristo rimane il centro dell'azione liturgica: in Avvento celebriamo l'aurora della sua incarnazione in Maria per opera dello Spirito Santo. La Madre diviene, quindi, icona del periodo di Avvento. Come il Sabato Santo, anche in questo periodo prevale il silenzio orante, l'attesa intrepida vissuta nell'ottica della fede. Maria è modello della Chiesa che, nella fede a Cristo nato, morto e risorto, vive nella gioiosa attesa della sua seconda venuta alla fine dei tempi, pur vivendo nelle ansie, nelle difficoltà e nei travagli della storia personale e comunitaria.
Nelle domeniche di Avvento non si canta il Gloria, perchè questo inno angelico risuoni solenne nella notte di Natale. 
Quando il Signore arriverà, la Chiesa giungerà alla sua festa completa. Il Messale Romano prescrive che il Gloria viene recitato ogni domenica, eccetto nei periodi liturgici dell’Avvento e della Quaresima. L'eccezione a questa regola durante l’Avvento è la solennità dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre. Tuttavia, viene valorizzato il momento dell'atto penitenziale.