1962 - 6 maggio - 2022: 60 anni dalla canonizzazione di San Martino de Porres o.p.
In una giornata primaverile del 1962, San Giovanni XXIII proclamava santo il povero fraticello peruviano Martino de Porres, figlio illegittimo di un cavaliere spagnolo e di una schiava di colore.
Martino venne battezzato allo stesso fonte dove pochi anni dopo avrebbe ricevuta la stessa grazia Santa Rosa da Lima. Tutte e due queste anime elette avrebbero poi conservato intatto fino alla morte quel primo candore. Il padre non si prese gran cura di Martino, la cui istruzione fu perciò molto limitata, e ben presto, per guadagnarsi la vita, il giovinetto fu messo dalla mamma come apprendista presso un barbiere, dove apprese anche l’arte chirurgica, certo molto rudimentale, ma che in seguito l’avrebbe reso un valido infermiere. Desideroso di consacrarsi tutto al servizio di Dio e del prossimo, vestì l’Abito domenicano senza ricevere gli ordini sacri, divenendo frate cooperatore. Ma Colui che esalta gli umili, profuse in lui tanta copia di grazie, da uguagliarlo ai più grandi taumaturghi. Insieme a quello dei miracoli splendettero in lui meravigliosi doni, come la profezia, la scienza infusa, la bilocazione. Tutte queste ricchezze Martino le profuse per gli altri, vero eroe della cristiana carità. Non contento di essere l’instancabile infermiere dei suoi confratelli, e di tutti i dipendenti del Convento, seppe, lui, povero e disprezzato, soccorrere tutte le miserie di Lima, miserie sia morali che materiali, riuscendo perfino a edificare un grandioso collegio, primo esempio nel Nuovo Mondo, per l’educazione dei fanciulli.
Nell'omelia della canonizzazione, papa Roncalli affermò: "San Martino con l’esempio della sua vita ci
dimostra che noi possiamo raggiungere la salvezza e la santità per
questa via.
Avendo egli conosciuto che Cristo Gesù patì per noi e portò i nostri
peccati nel suo corpo fin sul legno, percorse con particolare amore la
via del crocifisso".
L'Eucarestia, la Vergine Maria e i poveri furono i grandi pilastri della vita del santo peruviano. I biografi narrano che Martino era solito sostare per molte ore in un luogo nascosto della chiesa, in
adorazione dinanzi al tabernacolo.
Un uomo che aveva incarnato il messaggio del Maestro e il carisma del santo Padre Domenico: "Amava gli uomini, perché li stimava sinceramente come
figli di Dio e fratelli suoi; anzi li amava più di se stesso, poiché con
l’umiltà che aveva, riteneva tutti più onesti e migliori di sé" - continua san Giovanni XXIII - "con l’esortazione, con l’esempio e con la sua
virtù contribuì così efficacemente ad attirare gli altri alla religione,
anche oggi ha il potere di innalzare mirabilmente le nostre menti alle
cose celesti".
Il Capitolo
Generale del 1398 l’ho proclamò Patrono dei Fratelli Cooperatori
Domenicani. Dal 1966 è Patrono dei Barbieri. Dal 1982 è Patrono degli
addetti alla salute pubblica in Perù.
Papa Giovanni XXIII lo ha proclamato Santo il 6 maggio 1962 auspicando: "voglia il cielo che l’esempio di Martino insegni salutarmente a molti quanto dolce e quanto felice cosa sia il seguire le orme di Gesù Cristo e conformarsi ai suoi divini comandi".